Il Brigantaggio

“Con il termine brigantaggio si definisce una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione, mentre in altre circostanze esso assume risvolti insurrezionalisti su sfondo politico e sociale nel settentrione post unitario.

Il brigante generalmente è una persona la cui attività ha caratteri illeciti. Spesso sono definiti briganti, in senso dispregiativo, combattenti e rivoltosi in particolari situazioni sociali e politiche.

Il brigantaggio, a cominciare dalla sua durata che si manifestava per poi estinguersi in un periodo di tempo

definito, si è sempre discostato, almeno per le cause da cui trae origine, dal banditismo fine a se stesso ed è sempre stato l’espressione di un profondo disagio socio-economico.

Nella Sicilia, Calabria, Campania e in Abruzzo comparvero le prime bande armate nate per vendicare i signori feudali, i potenti che approfittavano delle condizioni di miseria dei contadini al fine di esercitare liberamente violenze e abusi in questo contesto i briganti furono soprattutto espressione della popolazione rurale composta da contadini, braccianti e pastori.

Il brigantaggio era il sintomo di una frattura profonda tra Nord e Sud, tra la grande massa dei contadini poveri del Mezzogiorno e lo Stato unitario: nella compagine del nuovo regno si delineavano drammaticamente i contorni di due Italie, destinate a comunicare tra loro in maniera discontinua ed incerta. Il risultato di questa distanza ed incomunicabilità tra nuovo governo e governati fu una vera e propria guerra civile che imperversò per cinque anni. La popolazione, ostile ai nuovi governanti “piemontesi”, proteggeva i briganti, ritenuti uomini vendicatori di ingiustizie e repressioni, di cui si riteneva vittima. I briganti, ovviamente, godevano dell’incondizionata simpatia delle masse rurali che li identificavano alla stregua di veri e propri eroi.

Forti degli appoggi tangibili forniti dalla corrente reazionaria borbonica e, a volte, addirittura da quegli stessi proprietari terrieri che essi depredavano, i fuorilegge potevano contare anche sull’aiuto della Chiesa.”

Stralcio del libro “Dissertazioni criminologiche nell’Italia pre e post unitaria” V.Lusa- B.Pecora.

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